Come è ben noto, negli ultimi due anni, a seguito della difficile situazione pandemica contro la quale il pianeta sta combattendo, ognuno di noi ha dovuto apportare sostanziali modifiche anche alle abitudini più scontate. Tra i settori che maggiormente hanno risentito di questo, c'è sicuramente quello lavorativo, che è stato totalmente riformato al fine di rendere ogni attività lavorativa sicura e senza rischi. La più grande novità introdotta è stato sicuramente lo smart working. Nato come una modalità di lavoro provvisoria da adottare per far fronte all'emrgenza sanitaria, oggi, lo smart working, è diventato per moltissime aziende un concetto acquisito in via definitiva, che non sarà messo da parte nemmeno al termine della pandemia.
Proprio da questo contesto nasce il termine lavoro ibrido, ovvero una condizione lavorativa profondamente cambiata rispetto a quella a cui si era abituati giusto un paio d'anni fa, in cui la presenza fisica nei luoghi lavorativi non rappresenta più una condizione necessaria per svolgere un'attività professionale.
2022 si va verso il modello ibrido
L'improvviso boom dello smart working non è destinato sparire ma a evolversi. Il lavoro ibrido è infatti da considerarsi la naturale evoluzione del lavoro da remoto, un'indispendabile modello lavorativo che molto probabilmente, diverrà, nel prossimo futuro ma anche oltre, il contesto lavorativo più comune. Questo è testimoniato anche dalle moltissime aziende nostrane che hanno adottato questo innovativo modello lavorativo. In Italia infatti, i numeri del lavoro ibrido sono molto incoraggianti ed esprimono la volontà di collaboratori e amministratori ad adeguarsi alle nuove tendenze lavorative.
Cosa significa lavoro ibrido?
Il termine hybrid work, in italiano lavoro ibrido, definisce una nuovo contesto lavorativo che comprende allo stesso modo la presenza di dipendenti negli uffici e l'attività da remoto, da svolgere presso la propria abitazione mediante l'utiizzo di un qualsiasi dispositivo elettronico.
Ma come cambia il mondo del lavoro? Stando a quanto riporta uno studio effettuato proprio sul lavoro ibrido, la più grande differenza sta nel fatto che grazie a questo, la giornata lavorativa non sarà più valutata in base alle ore di lavoro svolte, ma sulla produttività di queste ultime. La ricerca, si focalizza su un primo periodo, il 2020 post pandemia, periodo nel quale ogni azienda e attività lavorativa aveva necessità di svolgere i propri compiti professionali in smart working, condizione obbligatoria per assicurare la sopravvivenza dell'impresa.
Durante la prima parte della pandemia, molte aziende si sono ritrovate impreparate, in quanto le necessità lavorative e sanitarie hanno imposto l'adozione di questa modalità lavorativa in tempi relativamente brevi, a seguito di un altrettanto rapido periodo di assestamento.
Con l'arrivo del nuovo anno invece, grazie alle varie restrizioni e soprattutto alla distribuzione dei vaccini, la situazione pandemica ha cominciato in maniera lenta, ma costante a migliorare. Proprio questo, ha permesso di riscoprire, almeno in parte, quella che una volta era considerata normalità: il lavoro in presenza.
L'indagine effettuata ha quindi coinvolto ben 15 mila lavoratori , appartenenti a differenti settori e di nazionalità differenti. Fine principale di tale operazione era comprendere i più grandi cambiamenti avvenuti nel mondo del lavoro nei mesi della pandemia e, da questi, fare una previsione per il prossimo futuro.
Dallo studio è possibile evincere che l'80% dei lavoratori predilige, a fini lavorativi, la combinazione tra smart working e lavoro in presenza. Questo perché, grazie al lavoro ibrido, è possibile gestire meglio sia la sfera lavorativa sia la sfera familiare senza dover essere soggetti a eccessivi stress che potrebbero poi dover obbligare a scegliere tra gli impegni lavorativi e quelli familiari.
Al contrario, non tutti si sono dichiarati favorevoli al lavoro da remoto. Proprio grazie a lavoratori di questo genere, è nata la necessità di trovare una nuova modalità lavorativa che che permetta di frequentare uffici e aziende, confrontandosi con clienti, colleghi e superiori. Grave problematica causata dallo smart working è infatti il senso di isolamento che esso è in grado di causare e che molti lavoratori manifestano. Tale situazione di disagio è stata una delle ragioni per cui l'ultimo anno, la maggior parte dei lavoratori e di aziende, sono state soggette a un calo di produttività, risolvibile solamente con l'introduzione del lavoro ibrido, soluzione lavorativa che permette di unire i due differenti approcci al lavoro. Questo non significa obbligatoriamente trovare un'intesa che metta d'accordo tutti i dipendenti di un'azienda, ma porre delle regole che permettano di creare un ambiente lavorativo stimolante.
A seguito di quanto appena letto, è possibile prevedere che già dal prossimo futuro, gli uffici domestici saranno designati per il lavoro d'ufficio mentre, al contrario, gli uffici aziendali saranno riservati per creare un senso di appartenenza e cultura aziendale. In poche parole, è possibile affermare che la casa rappresenterà un vero proprio luogo di lavoro, un ufficio domestico in possesso di ogni strumento necessario per poter svolgere al meglio la propria professione. Presso la propria abitazione, si avrà quindi una postazione completa e, nell'ufficio, un classico spazio condiviso, un pezzo di casa, un open space dove confrontarsi e fare squadra. Risultato? Incremento della produttività, del benessere dei lavoratori e fidelizzazione degli stessi.